I giochi continuano

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    Titolo:
    I giochi continuano.

    Autore:

    Nicole (oOoFreedomoOo)

    Capitoli:
    Capitolo 1: Soltanto un riflesso.
    Capitolo 2: La festa.

    Personaggi:
    (verranno aggiornati mano a mano che appriranno nei capitoli)
    • Rose
    • Dylan
    • Oliver
    • Phil

    • Katniss
    • Peeta
    • Gale
    • Annie
    • Haymitch

    Trama:
    Sono passati 32 anni da quando Katniss Everdeen ha liberato per sempre i 12 Distretti dalla schiavitù.
    Le cicatrici sono ancora profonde e amare da vivere ogni giorno.
    Però la gente è felice, è piena di speranza.
    Tranne chi non riesce a trovare un suo posto dentro a questo mondo, dentro a questa felicità.
    Il suo nome è Rose.
    L'unica cosa che sa fare è Odiare.

    Capitolo Uno
    Soltanto un riflesso.



    Panem quello che ci rimane esattamente da quello che l'umanità ha distrutto.
    Si presuppone qualcosa oltre ai nostri distretti, forse qualche forma di vita ancora in qualche angolo del pianeta, ma da quello che so, vi è semplicemente desolazione.
    Panem, diviso in ben 14 distretti.
    Esattamente sono 13, poi Capitol City, soltanto negli ultimi 32 anni viene considerato un distretto pari agli altri, anche se è il fulcro di tutta l'attività politica.
    32 anni da quando Katniss Everdeen, la Ghiandaia Imitatrice ha portato la speranza in quella che viene ricordata la vendetta dei giorni bui.
    32 anni che è finita la guerra e anche gli Hunger Games.
    La professoressa sta spiegando per l'ennesima volta cosa è successo il giorno in cui Katniss Everdeen ha tirato una freccia in quella che era all'ora il primo presidente di Panem , la Collins.
    Mi sono scordata addirittura il nome di questa tizia, non mi va di conoscerla, è una cosa che mi tocca si, ma non mi va di sentire per l'ennesima volta questa storia.
    Di come il Presidente Snow sia stato soffocato dal proprio sangue, non mi va di sentire come Katniss cercò la morte dopo quell'evento, pensando che tutto fosse perduto.
    Non mi va di vedere le foto di una ragazza che aveva la mia età ed era un terzo di quello che sono io, vedo il mio riflesso oltre a quel vetro appena offuscato.
    I capelli rossi sciolti lievemente mossi che si depositano sulle spalle, quella frangetta messa di lato, un lieve trucco sotto agli occhi per via di nascondere le varie occhiaie che ho questa mattina.
    Quei occhi azzurri che molta gente dicono che ricordano mio padre, lì chiudo.
    Io odio i miei genitori, non vedo l'ora che quest'anno sia finito per scappare a Capital City, per sfuggire da quella bontà che mi circonda in questo distretto.
    Ho la nausea di tutto quello che mi ricorda, mi sento avvinghiare il corpo in una stretta quasi glaciale, riapro gli occhi e prendo un lungo respiro, affondando il naso dentro a quella sciarpa.
    Ormai è inverno.
    Il freddo di questo posto è una cosa agghiacciante, d'estate c'è un caldo afoso che ti spezza il respiro, in inverno tutto invece si ferma.
    Odio la neve, odio tutto di questo posto e non riesco a capire il motivo.
    In fondo il distretto 12 non mi ha mai fatto del male.
    A confronto di altri distretti la presenza del periodo di prigionia, così viene chiamato quei 65 anni in cui Snow e Capitol City usavano i distretti per i loro porci comodi, qui non c'è più traccia di quel periodo, forse le residente, dei vincitori.
    Però nessuno ci fa caso che risale a quel periodo, anzi viene considerata un quartiere tutt'ora più In, più esclusivi di tutta Panem, fanno gara per venir ad abitare qui.
    Qui al Distretto 12 sempre una favola, vi sono persone sorridenti tutti i giorni, persone felici di vivere dentro al Distretto in quelle case che sembrano esser uscite dai sogni di ogni singola persona, con il tetto rosso e il proprio giardino.
    C'è la fabbrica delle medicine dedicata a Primm Everdeen, chi ci lavora dentro è contento di poter far tutto il possibile per far sopravvivere persone ammalate.
    Il bosco con quel cinguettare e con quelle Ghiadaie, fa arrivare carne fresca ogni giorno sulla tavola. C'è la neve in inverno e c'è il sole in estate.
    Chi non vorrebbe vivere in un posto come questo?
    Forse sono io la persona che ha sbagliato tutto? Forse è il fatto di esser così infelice in questo posto?
    Tutte le miei riflessioni sono interrotte bruscamente dalla campanella di fine lezione.
    Mi alzo di scatto così veloce che faccio rumore con la mia sedia, andando a guardare la professoressa dall'altra parte dell'aula che a sua volta mi fissa in modo quasi do pdop per via che sta finendo di dire le ultime cose, non mi importa.
    Non mi importa di nulla, chiudo in un solo colpo il libro che avevo aperto persino al contrario, andando a infilarlo nella cartella che aveva già recuperato con l'altra mano, in quello zaino color bianco come la neve, non ci metto molto a sentire il mio nome che proviene in modo isterico dalla professoressa.
    Non il mio soprannome, ma il mio nome completo ed è una cosa che odio, una delle tante.
    La guardo glacialmente, con quelli che molti hanno definito lo sguardo che ti congela, per via dell'azzurro, anche i bambini sanno che il ghiaccio tende al grigio, ma anche per come sono freddi, forse è proprio questo il mio più grande difetto, che non riesco a metter una barriera tra quello che penso e il mio sguardo.

    -Mi scusi Miss Forth, ma sono di fretta oggi ho un appuntamento che non posso mancare.

    Parole dette in modo chiaro, nitido lievemente ovattate da quella sciarpa che mi copre ila bocca, non ascolta la replica di Miss Forth ed esco dalla classe con il mormorio che è iniziato alle miei spalle.
    Lo so.
    Faccio sempre questo effetto da per tutto.
    La gente mi guarda e inizia a mormorare qualcosa, quella cosa che io odio più di tutte, forse è per questo che odio questo distretto.
    Per questo che odio i miei genitori.
    Infilo quel giubbotto di pelle, con la piccola imbottitura di lana appena sotto, lo aggancio e poi lo zaino finisce sopra a una spalla e anche l'altra viene invasa dalla bretella, per dove voglio andare non devo pensare a come poter tener al sicuro lo zaino soltanto su una spalla.
    Voglio fuggire nei boschi da quando ha smesso di nevicare non ci sono ancora andata pur di non stare a casa sono venuta a lezione, ma odio stare anche qui a scuola.
    Odio stare in mezzo alla gente che continuano a guardarmi con quei stupidi, ignoranti occhi verso di me.
    Prendo un grosso respiro, andando ad aprire la porta, spingendola andando a sentire il freddo che punta su quei strati della mia pelle che semplicemente vanno a far diventare rosso il mio volto.
    Mi do una piccola scrollata dalle spalle, andando a metter un piede sopra ai scalini della scuola, quando sento l'attrito mancare sotto alla mia scarpa, inizio ad annaspare con le braccia come se sapessi nuotare in mezzo all'aria, già sento il mio amato fondo schiena che impatta sonoramente con il suolo e il dolore acuto.
    Però non avviene.
    Sente in compenso due mani forte, robuste e non poco tenermi sotto all'ascella, non mi giro, so perfettamente chi è.
    So perfettamente chi gli ha detto di fermarmi.
    So perfettamente che devo liberarmi.
    Non urlo, non faccio nulla, semplicemente cerco di darmi una spinta in avanti, quando poi sente il suo respiro vicino all'orecchio.

    -Non dovresti far queste cose, ho sentito Miss Forth che urlava da qui fuori.

    La voce è calda, come il suo respiro vicino al mio orecchio.
    Odio tutto compreso i maschi.
    Poi lui.. ancora di più degli altri.

    -Dovresti esser in aula.

    La voce esce stranamente decisa.
    Sono proprio io questa persona?
    Deglutisco quasi a stento, quando sente la sua mano che va a prender la mia vita, va a prender anche l'antro braccio, cerco di nuovo di tirarmi via da questa sua presa, quando sento quelle sue mani che mi stringono ancora più con vigore, si vede che si allena tutti i giorni.
    Si vede che.. è un figlio di un tributo.
    Socchiudo gli occhi e so già cosa mi capiterà è così ogni singolo giorno e ogni singolo giorno cerco di non pensarci, di fuggire, ma sembra quasi che mi legga nel pensiero e che mi riesca a catturare ogni singola volta.
    Alla fine dopo qualche minuto di urli miei, di schiamazzi che iniziano per via dell'uscita di tutti gli altri ragazzi, mi ritrovo con il culetto verso l'alto, le mani che continuano a tirare i pugni sulla sua schiena robusta, grande, massiccia, quasi mi fanno male le mani a battere contro a quel muro che ha preso il posto della sua schiena.
    I capelli in disordine, la cartella che va verso il capo e i libri che mi pesano.
    Cerco di tirare anche un calcio al suo petto e di nuovo trovo dei muscoli tonici.
    La domanda che mi pongo ogni volta che lo vedo è semplice: com'è possbile un ragazzo di 30 kg si e no di tre anni fa che conoscevo si è ritrovato ad esser un ammasso di muscoli così ben definiti?
    A metà del viaggio mi arrendo, mi fanno male troppo le mani dal freddo e da quel muro che non vuole cedere.
    La gente ci ignora è abituata questo spettacolo ormai da un anno abbondante, da quando ho urlato a pieni polmoni d' avanti a tutta la gente del Distretto che mi ero stancata di questa vita di questi sorrisi, di queste gentilezze e che volevo andarmene per sempre.
    La risposta me la diede mio padre mollandomi uno schiaffo in mezzo al mercato, talmente forte che mi fece quasi volare sopra alla bancarella a due metri da noi, dicendomi che non avevo alcun minimo rispetto per chi aveva versato il sangue per farmi sentire così.
    Che non avevo rispetto per nulla neppure del mio stesso sangue.
    Quelle parole furono troppo per me in quell'istante, scappai.
    Sentivo la voce di mio fratello che mi urlava di fermarmi , ma quando mi impegnavo e soprattutto quando non inciampavo nessuno, in quel distretto nessuno mi riusciva a stare a dietro e sparii per quattro giorni dentro al bosco.
    Ritornai a casa soltanto perchè aveva iniziato a nevicare, avevo freddo.
    Da quel giorno in casa l'atmosfera non era cambiata, mio padre non mi aveva chiesto scusa di quello schiaffo, mio fratello continuava a piangere e pregarmi di non sparire mai più, alla fine cedetti a lui, gli dissi una bugia.
    In tutto questo mia madre non prese nessuna parte, non diede ragione a mio padre, non diede ragione a me.
    Disse soltanto che non aveva nessuna opinione.
    Lei non ha nessuna opinione su nulla.
    Superai l'odiata piazza, l'odiata statua di Katniss investita da quelle fiamme che cambiava abito da sposa bianco a un nero carbone, sotto di lei in una striscia vi erano tutti coloro che Katniss considerava amici e che aveva perso, si intende il viso di Primm, sua sorella era in primo piano.
    Non la guardia ero abitata a non guardarla, imboccammo il vicolo che portava alle residenze dei vincitori e alla fine mi appoggia sotto al porticato, di fronte alla porta e bussa tre volte con quella mano che è enorme.
    Soltanto ora mi concedo di guardarlo.
    Ha i capelli biondi, ma più castani che altro,come se fossero sporchi di fuliggine, sono sempre in modo scomposto, non si capisce se sono ricci o lisci, non si capisce in che punto esatto vanno, gli occhi sono di un verde che potrebbero tranquillamente confondersi con il fogliame della foresta in piena estate.
    Mi supera esattamente di 30 centimetri e non sono pochi per chi è alta 1.70, spalle larghe, il giubbotto di pelle è aperto e sotto si intravede quel maglione con qualche schizzo di neve e fango proveniente dai miei scarponi i jeans mettono in risalto le gambe, ma non come quando è in tuta a fare il giro della città.
    Lo so..
    Lo conoscono fin troppo bene, ma non è colpa mia è il mio vicino di casa ci conosciamo da quando Haumitich l'ha adottato, mi sono ripromessa di non guardarlo mai in quel modo che tutte le ragazze lo guardano perchè è veramente di una bellezza disarmante.
    Lo guardo come se fosse il mio peggior nemico, infatti faccio scivolare subito via i miei occhi da esso e guardo la porta.
    Non ci mette molto ad apparire quello che è soltanto il volto di quella ragazzina che è perenne in piazza. Questa donna ormai adulta è stanca, i capelli sono quasi sempre raccolti e gli occhi sono decisamente più saggi di quella diciasettenne che continua ad aver un volto stupito in quelle fiamme che l'avvolgono.

    -Come d'accordo Miss Everdeen ecco qui sua figlia sana e salva come ogni giorno di scuola, se posso far qualsiasi cosa, basta bussare alla porta qui accanto.

    Alzo gli occhi verso il soffitto del porticato andando ad abbassarlo, senza dire una parola o mostra il mio volto schifato da questa situazione, spingo mia madre da un lato ed entro in casa, non prima di aver dato una gomitata nel costato a quella massa di muscoli che però si piega appena da un lato.

    -Ciao Rose!

    Mi urla dall'esterno della porta sto per salire le scale quando sento che ha invitato Dylan con il vecchio ubriaco a cena.
    Prendo un lungo respiro cercando di non urlare, di non scappare dalla finestra.
    Sto per continuare a camminare quando sente la porta chiudersi e mia madre che inizia ad avanzare verso di me, sto per andare al piano superiore.

    -Non credi che dovremmo parlare Rose?

    Pronuncia con quasi riluttanza il mio nome, non riesco a capire il significato.
    Deglutisco.
    Mi giro e la guardo negli occhi, cercando di allargare un lieve sorriso che viene fatto uscire ddalla sciarpa con un movimento delle dita sul tessuto e continuo a fissarla.

    -Cosa vuoi sapere?

    Avanza di un passo e sostiene lo sguardo, andando a fissarmi.

    -Tanto per iniziare se ti devo far rapire ogni singolo giorno da scuola, da quell'uscita.

    Ed eccolo quel sorriso che mi spezza dentro, la odio perchè nessuno capisce esattamente che io sono sua figlia, non sono lei non canto, sono stanata come una campana, non dipingo come mio padre, non riesco a far nulla se non quello di scappare e odiare tutti.
    Però le voglio bene è mia madre, la stessa madre che continuiamo ad abbracciare quando gli vengono quei sogni e la stessa madre che mi ha messo al mondo quasi diciott'anni fa.

    -No.. te l'ho detto non scapperò più nel bosco.

    Cerco di esser convincente, ho il viso che è invaso di calore sia per la vergogna di aver pensato di scappare questa stessa mattina, qualche minuto a dietro e ora sto per promettergli che non farei più nulla del genere.
    Ho un nodo allo stomaco.

    -Ho capito quanto ami quei boschi Rose. Facciamo che andiamo a caccia insieme quando finisce questo tempaccio?

    A caccia?
    L'ultima volta che ci siamo andate abbiamo urlato a centinaia di metri l'una dall'altra per via che continuavo a far rumore nell'urlare un tacchino si è spaventato e lo abbiamo ucciso tutte e due con un unico tiro.
    Tutte e due nello stesso posto ma lei a destra e io a sinistra.
    Ecco in quello sono capace, peccato che sono buffa, che sono maldestra e del tutto priva di coordinamento.
    Alla fine avevamo litigato anche come spennarlo ed è stato forse il giorno più orrendo di questo tentativo di esser una madre e una figlia normali.

    -Ma..

    Sto per aggiungere qualcosa.

    -Ma nulla.. sei mia figlia Rose, ti amo più di quanto possa amare me stessa e lo stiamo facendo per te tesoro.

    Ed eccola che riparte. Faccio un passo indietro.

    -Mamma.

    Sono settimane che non la chiamo così.

    -Non sai cosa significa questo per me.. non sai cosa significa esser vostra figlia, ogni singolo giorno mi sveglio con il terrore che la gente mi possa indicare quasi schifata e per questo tu e papà possiate risentirne.

    La voce mi trema e non poco, sento le lacrime che arrivano, ma le tira indietro.

    -Vi voglio bene, ma voglio andar a Capital City.

    Mi corregge quasi subito lei.

    -Il Distretto quattordici.

    Prendo un lungo respiro.

    -Il distretto quattrordici, voglio andare a studiare lì. Ho la media più alta di tutti sono intelligente ed è una cosa che non comporta farmi vedere, leggo e memorizzo non c'è cosa che mi viene meglio.

    La fisso e sono sicura, dopo settimane forse è l'unica volta che riesco a dire veramente quello che penso e quello che riesco a veramente sentirmi nel cuore.
    Mi sento sollevata.

    -E' veramente questo che vuoi? Non rimanere qui? Non portare avanti il bene del Distretto 12?

    Deglutisco e continuo a fissarla.

    -Il distretto 12 mi ha sempre odiato perchè non ero una Ghiadiaia Immitatrice e in verità sono un piccolo Picchio, non canterò mai bene come una Immitatrice.

    La voce mi trema.
    So quanto fa male, quanto mi fa male.
    Forse mia madre avrebbe voluto un'altra figlia, però sono così.
    Abbasso lo sguardo e poi lo rialzo e la vedo lì a guardarmi con dei occhi che non sono i suoi, sono lacerati dalle lacrime che le rigano quel volto così vecchio e così stanco con cicatrici che nessuno può guarire.
    Mia madre, Katniss Everdeen sta piangendo di fronte a me.

    Edited by oOoFreedomoOo - 24/10/2012, 00:16
     
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    ¶Dalle profondità del Tardis e del cielo;¶

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    E' stupenda.Mi piace molto ed è ben scritta.*_*Bravissima darling <3
     
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    complimenti scrivi davvero bene
     
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    Glazie a tutti ç_ç
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  5. .Sbirrotto.
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    Ho letto il primo capitolo e sono curioso,vai avanti! xD
     
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  6. bloodNoir.
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    Me gusta, molto! Complimenti! *__* ..attendiamo il secondo capitolo, mi raccomando!
     
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    bello il primo capitolo, leggerò volentieri il prossimo!
     
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    Capitolo 2
    La festa




    Le luci di Capitol City erano decisamente diverse da quelle luci che avevamo al Distretto 12, la corrette c'è ora non come quando mia madre aveva la mia età.
    Però non è così potete come qui al Distretto 14, molti la chiamano Capitol City, altri ripugnanti di considerarla la loro capitale hanno iniziato a chiamarlo come Distretto 14.
    Per me rimane sempre Capitol City è immensa così tecnologica tutto è del tutto diverso da quel Distretto 12, dove sembra soffocare dove sembra tutto rimasto indietro nel tempo come se nulla fosse successo, come se gli umani potrebbe convivere tranquillamente con gli animali.
    Qui invece si vede quanto possiamo, quanto riusciamo ad esser superiori a tutte le specie del mondo, ma anche quanto siamo masochisti a dire il vero, in fondo come qualche personaggio famoso disse: “Nessun topo costruirebbe una trappoli per topi.”
    Nonostante questo continuo a pensare a come sarebbe bello ogni mattina svegliarsi con quella vista sulle montagne, amo quelle montagne salirci sopra sarebbe un po' come esser in mezzo al cielo, libera come un uccello volare sempre più in alto.
    Però ora è sera il sole si è nascosto dietro alle montagne e diventa più velocemente buio qui al Distretto 14.
    Le luci sono forti, la vita non cessa anzi si anima a dir poco, hanno tenuto , come del resto tutti, una loro immagine quelli del Distretto 14, sono ancora quelli che dettano la moda, hanno ancora in mano il potere politico, ma non più quello militare.
    Quello militare con un voto unanime è andato al Distretto 2.
    Il Distretto 13 ha perso con uno scarto di due voti e da quello che so uno di essi è stato mio padre. Infatti la politica ora è cambiata, vi è un presidente, ma non ha più potere diciamo che ha soltanto il potere di tener a bada le decisioni troppo assurde che il consiglio prende. Il consiglio è formato da 14 persone tutti rappresentati del proprio distretto, in aggiunta vi sono consiglieri per qualsiasi cosa dalla scuola alla sezione militare.
    Il presidente viene nominato con un voto di maggioranza tra tutti, ogni cinque anni e non può esser riletto.
    E' una nuova legge che permette di non aver tutto il potere nelle mani in un'unica persona. Invece i rappresentati del distretto vengono eletti ogni 7 anni, tranne chi è stato un tributo all'ora esso ha la possibilità di stare in carica per quanti anni vuole anche fino all'età pensionabile.
    Papà è rappresentate del distretto da anni, da quando sono nata io, almeno da quando me lo ricordo, non vuole cedere il proprio posto perchè saprebbe già che verrebbe nominato la mamma e lei non vuole.
    Chiudo gli occhi, lì sbatto un paio di volte, andando a portar lo sguardo verso quei occhi di mio padre che quasi mi fanno raggelare il sangue.
    E' buono, non vi è dubbio, ma da piccola non era sempre così, vi erano momenti in cui iniziava a urlare e a lanciare sedie o altre cose in giro per la casa, la mamma lo afferrava e lo bloccava a terra iniziandoli a parlare, me lo ricordo, ma da quando è nato mio fratello si concentra decisamente di più.
    Si concentra per non assaporare quella parte di lui che non è umana.
    Forse sono arrabbiata con loro perchè non me ne hanno mai parlato e ho dovuto apprenderlo dai libri, i libri sapevano di più di loro che io che ero la loro figlia.
    Però lì capisco anche, hanno sofferto così tanto, hanno perso molte cose.
    Le dita si vanno a stringere intorno alla mia gonna con piccole sbalze che mi fa sembrare più una quattordicenne che una persona adulta, secondo i consulenti di mia madre il trio malefico, come lì chiamo io, è un Look che mi addice, che mi fa urlare al mondo di quanto posso esser sexy anche con un vestito così.
    Però non mi piace mi ricorda troppo mia madre quando faceva il tour dei vincitori. Mi ricorda troppo che sono sua figlia e che le assomiglio terribilmente.
    Apro lievemente le labbra e faccio uscire un piccolo sospiro, mi giro andando a guardare quel debole riflesso in quel vetro della macchina.
    Il trucco lieve ma allo stesso soffisticato che contorna i miei occhi, ci sono tante piccole farfalle intorno ad esso con colori variopinti che vanno a ricordare il color salmone del mio vestito. I capelli sono sciolti che cadono sulle spalle in boccoli composti e la frangetta è lì che mi compre in ordine la fronte, gli occhi sono fin troppo profondi per me, per quello che sto pensando.
    Sbatto di nuovo gli occhi e mi giro verso mio padre, sta per aprire le labbra, ma quando la macchina si ferma, non ci mette molto l'autista a far il giro di essa e venir aprire quella portiera.
    Deglutisco, voglio uscire di lì al più presto, prima che mio padre possa dirmi qualcosa o che io possa dirgli qualcosa, so che hanno litigato, so che mio padre è preoccupato per mia madre e per me. Ha paura glielo posso legger negli occhi, quel difetto che ho eredita, ovvero quello di non poter nascondere quello che ho nel cuore e che si può leggere in quello sguardo.
    Abbasso il mio, potrebbe apparire una scritta lampeggiante che mi dispiace.
    Però ormai ho preso la mia decisione e sono sicura di quello che voglio, anche se le lacrime di mia madre continuano a tornarmi alla mente come se fosse una tortura.
    Sento i passi prima di mio padre nel suo elegante smocking, seguiti subito quelli di mia madre in un elegante vestito argentato con uno spacco vertiginoso con tanto di tacchi, sembrava così lontana da quella donna che vedevo ogni singolo giorno in casa.
    Sembrava come se le avessero sostituita, non mi immaginerei mai mia madre con quei vestiti tutte le sere, anche se da lontano ora da dietro, avevo capito una cosa: I miei genitori erano perfetti.
    Felici, anche se avevano litigate, delle crisi, dei giorni addirittura quasi non si parlavano per cose avvenute dentro all'Arena e fuori.
    Però avevano trovato un loro equilibrio in tutti quei anni, stavo per scendere io, quando mi ritrovari a pensare a Dylan, per una frazione di secondo.
    Scossi il capo come per tirarmi via quel pensiero, quel ragazzo, schiarì appena la voce, cercando di concentrarmi su qualcosa ed ero già uscita da quella macchina e sentì la presa di mio fratello, la sua mano, mi girai e si può dire che era identico a mio padre. Nessuno dei due poteva sostenere di esser un figlio diverso, in fondo eravamo amati quello non vi è dubbio.
    Però è difficile esser figlio di due leggende che continuano a vivere.
    Le labbra si aprirono andando a stringer la sua mano, quasi gli feci male.

    -Scusami Phil..


    Sono le prime parole che ho detto da quando abbiamo preso il treno per arrivare al Distretto 14.
    Il palazzo è maestoso, è una cosa devastante, ogni anno mi stupisco come un edificio come questo potesse veramente esser come il cancello di una prigione.
    Da quel punto in avanti non si poteva tornare indietro, una volta, prima che mia madre cambiò tutto. Siamo nei scaloni di quello che un tempo era il palazzo dei trubuti, dodici piani in superificie, non si sa bene quanto sotto al cemento.
    Siamo in questo posto per la solita festa annuale dei tributi in vita.
    Nonostante la Collin ha ucciso coloro che avevano dato supporto a Snow come tributi, molti si erano nascosti e soltanto anni dopo quando venne approvata la legge di Finnick, ovvero ogni Tributo aveva asilo politico vennero fuori e in totale erano una ventina circa, qualcuno dal distretto undici, altri dal distretto cinque e sei i più numerosi però rimangono quelli del distretto uno e due, che dopo tutto sono ancora quelli legati alle vecchie tradizioni.
    Ai vecchi Hunger Games che pensano a quel momento con orgoglio non con disprezzo, meno male che i figli semplicemente sono più intelligenti.
    Le labbra si allargano in un sorriso abbastanza divertito, andando a girare il capo verso la figura di Phil.

    - Quest' anno sei deciso di chiederle almeno un ballo?

    Devo ammettere che prender in giro mio fratello per le sue cotte era decisamente più rilassante che devastargli la mano.
    Parla quella che è sempre divisa tra Dylan e Oliver.

    Sentì il volto avvampare come non mai, cercavo di deglutire, ma non riuscivo a far nulla. Oliver.. ci sarebbe da aprire un intero capitolo soltanto per questo ragazzo, più ci penso e più mi viene la pelle d'oca.
    Penso di aver sempre avuto una cotta per Oliver.
    Socchiudo gli occhi cerco di non aumentare il rossore che sul volto e mi giro di scatto verso la figura di esso.

    - Non dire cazzate! Dylan è più il cagnolino di mamma e di papà per riportarmi a casa!

    Il tono lievemente stizzito e sentì la risata fragorosa di mio fratello, avevamo soltanto pochi anni di differenze, però ogni tanto faceva interventi decisamente più intelligenti dei miei, io odiavo la confusione gli occhi addosso e lui era un pesce in mezzo al mare invece. Un vero leader nato.

    - Oh.. si anche l'altro giorno quando ti ha riportato a casa.. vedevo come scalpitavi o come urlavi..


    E' sarcastico e si sente a km di distanza, ed ecco ora il momento più odiato di tutta la serata l'ingresso.
    Ci sono due persone che aprono la porta e fanno un piccolo inchino di fronte ai miei genitori, qualche secondo vi è un brusio e poi il silenzio quasi assoluto dentro alla stanza.
    Rimasi indietro di qualche passo, stringendo la mano di Philp, ancora di più, ho paura. Sento il cuore che è arrivato alla gola sento come se una mano invisibile stesse prendendo il mio stomaco e lo iniziasse a passare da una parte all'altra del mio corpo. Sento gli occhi su di me, mille occhi che dicono che non sono nulla a confronto di mia madre.

    - Ehi calmati.

    La voce di Philp che mi fa tranquillizzare per qualche istante e osservo quelle mani che sono così strette che quasi gli sto bloccando la circolazione e poi ecco la voce di Haymitch che interrompe il silenzio con una delle sue battute squallide.

    - Meno male che non siete arrivati in ritardo anche nei vostri giochi..

    Il primo a ridere è mio padre e subito dopo ecco mio madre anche e la folla riprende a chiaccherare a ridere e parlare tra di loro, rimaniamo lì mano nella mano io e mio fratello, respirando. Infatti non l'ho fatto, sono entrata in panico come ogni singola volta, cerco di deglutire però la gola raschia, andando a graffiarmi ogni singola parte della mia trachea e mi serve acqua.
    Mi giro, sto per aprire le labbra e dirlo quando mi ritrovo il bicchiere di fronte a me.
    Seguo con lo sguardo le dita, poi il polso, il braccio coperto da un completo e alla fine arrivo a quel volto che è semplicemente perfetto.
    Lievemente squadrato, occhi di un azzurro perforante, capelli scuri come la notte e quel lieve colore abbronzato sulla pelle, allargando un sorriso lieve, andando a lasciare la mano di mio fratello quasi di scatto per non farmi sembrare debole e sento esso che ridacchia lievemente.
    Piego il braccio in un piccolo angolo e gli do una gomitate non mi giro, so perfettamente che è andato a segno, visto che gli provoca un squittio.

    - Oliver..


    Cerco di sorridere.. però non ci riesco bene, mi sento imbranata, voglio sparire con quel vestito, nessuna ha un vestito come il mio, tutte assomigliano a delle piccole donne in miniatura invece io sembro una bambola. Il trio lo dovrò uccidere.

    - Rose.

    Il tono vellutata intanto che fa un piccolo cenno con il capo e poi indica il bicchiere di cristallo.

    - Ah si.. scusa..


    Di nuovo eccola che faccio la figura di una ragazzina, andando a prenderlo tranquillamente con le dita e portarlo verso di me, per bere ed è una manna dal cielo, si può dire.
    Lo bevo tutto senza perder tempo e poi prendo un lungo respiro, andando a fissarlo andando ad allargare un sorriso dolce verso di lui.

    - Grazie.

    Il tono tranquillo e il capo che si china verso di me, i visi si avvicinano e sento le ginocchia completamente mollicce ed ecco le sue labbra sulla mia guancia.
    Ok.. sto per svenire.

    - Prego.


    Il tono soffuso e quasi mi vengono le vertigini, quando ecco che arriva il mio salvatore, andando a metter il braccio intorno alle spalle di Oliver ed è un invecchiamento di Oliver di qualche anno, il sorriso di Gale è abbandonante sul proprio volto e gli occhi sono tutti focalizzati su di me.

    - Zio Gale!

    Mi escono veloci dalle miei labbra e quasi vanno ad alzare gli occhi verso di me e mi tappo immediatamente le labbra con la mano libera, il risultato è che Gale inizia a ridacchiare per quella mia figuraccia.

    - Ciao Nipotina!


    Allarga quel sorriso veramente abbaggliante.

    - Allora? Come va al distretto? Oliver era tutto agitato per sta sera.. non sapevamo ancora se saresti venuta o no.. visto la sceneggiata dell'anno scorso.


    Ecco.. la mia sceneggiata quando ho versato il bicchiere di vino in faccia a Jasper uno dei figli del Distretto Uno.
    Quasi me ne vergogno, però bè.. mi stava veramente annoiando e poi aveva alzato le mani un po' troppo e avevo già visto Dylan e Oliver partire all'attacco.

    - Bè Gale.. se non fosse per questa situazione è ormai impossibile vederti al distretto..


    Sbuffai appena.

    - Ora c'è la neve e ho Dylan che mi fa la guardia del corpo.


    Sorrisi, ma vidi Oliver lievemente scocciato allargai un sorriso veramente dolce, verso di lui, sapevo perfettamente che Oliver aveva manie di protezione verso di me, niente di più e niente di meno, Phil e nessun altro sanno che mi sono dichiarata a Oliver ma semplicemente mi è stato detto un no.
    Non so il motivo e non lo voglio sapere, quel giorno sono scappata via piangendo, ci ho messo un po' ad assimilare il fatto che non gli piacevo.
    In fondo a chi potrebbe piacere un semplice picchio a confronto di una Ghiadaia Immitatrice?
    Deglutì lievemente di nuovo, stavo per aggiungere qualcos'altro quando sentì la voce di Annie, che veniva a recuperare Gale, dandogli un piccolo bacio sulla bocca e salutandomi con un piccolo cenno.
    Molti hanno detto che Annie è stata crudele ad abbandonare il nero per mettersi con Gale, invece mamma è sempre stata felice.
    Sapeva esattamente che Annie era una brava persona una moglie perfetta ed era felice che fosse andata avanti con Gale, il suo amato Gale.
    Ci volle un anno intero prima che Gale riuscisse a dirlo a Katniss, mi ricordo ancora la sua espressione e le risate di mia madre che battevano contro tutti i muri della casa.
    Sapevo che c'era stato qualcosa tra la mamma e lo zio, ma sapevo anche che ero più che amici erano fratelli.
    Il figlio di Annie e Finnick riconobbe tranquillamente il loro matrimonio e quando arrivò Oliver fu felice di aver un ragazzino da torturare.
    Ora Finnick Jr lavora presso il consiglio poltico, invece Oliver studia qui in città, di certo Gale e Annie non hanno fatto così tante litigate per lasciarlo andare.
    Forse è anche per questo che voglio venire nella capitale, allargai un sorriso finalmente da soli, dietro di lui si estendevano tavoli di cibo intorno alla pista dove si stavano già muovendo delle coppie, fatte da consiglieri, tributi, figlio di tributi e anche nipoti di tributi.
    Tutto contornato da una luce abbagliate e il simbolo dei nuovi distretti sopra alla nostra testa.

    - Oliver..

    Allargai un sorriso dolce.

    - Ce l'ho detto alla fine.. ai miei cioè gliel'ho fatto capire con la forza.. però si bè..

    Sbuffai, stavo per continuare e mi appoggiò una mano sulla schiena iniziando ad andar verso uno dei tavoli con il cibo.

    - Lo sospettavo Rose..

    La sua voce mi cullava aveva sempre fatto quell'effetto, ero tranquilla fin quando non vidi Dylan lì a strafogarsi con diversi panini in bocca e diversi panini sul piatto.
    Rimasi per qualche secondo lì a fissarlo, per un momento mi ricordai perfettamente la sua espressione seriosa e massiccia di qualche giorno a dietro intanto che mi portava da mia madre e poi la collegai a lui che veniva smascherato e scoppia in una risata.
    Da quanti giorni non ridevo?
    Avevo ormai perso il conto, continuavo a ridere anche poco da signore però non mi importava, mi serviva farlo, ci mesi qualche minuto a raccogliermi cercando di asciugarmi quelle lacrime dal proprio volto e cercai di riprender un po' d'aria.

    - E scusa.. sai che tu come cucina il vecchio ubriaco!


    Sorrisi divertita, andando a guardar Oliver che si era scomposto soltanto in un sorriso, perfetto elegante, era l'uomo ideale per una donna del Distretto 14, io e Dylan sembravano decisamente più dei bambini a confronto di lui e si che avevamo meno di cinque anni di differenza si intende. Io ero la più piccola.

    - Ok.. questa volta farò finta di non averti visto..


    Con un tono stranamente dolce e alla fine sentimmo il cambio di musica e la conoscevo.
    La conoscevo e come se la conoscevo, io e Dylan avevamo perso interi pomeriggi a ballarci per farmi imparare quei passi, non feci neppure in tempo a dire qualcosa quando sentì il polso preso e una mano sulla schiena che mi trascinavano verso la pista e addio momento con Oliver.
    Alzai lo sguardo e vidi Dylan con un sorriso beffardo e sexy allo stesso momento.
    La festa ora ebbe inizio.
     
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    sei molto brava
     
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  11. bloodNoir.
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    Bel secondo capitolo! ;]
     
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    Glazie >_< Ora vedo di scrivere anche il terzo u_u
    Poi anche tutti gli altri *w*
     
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11 replies since 20/10/2012, 23:56   212 views
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